Secondo la definizione data dal Ministero della Salute, che riprende il Regolamento (UE) 2017/745, un dispositivo medico è “qualunque strumento, apparecchio, apparecchiatura, software, impianto, reagente, materiale o altro articolo, destinato dal fabbricante a essere impiegato sull’uomo, da solo o in combinazione, per una o più delle seguenti destinazioni d’uso mediche specifiche:
- diagnosi, prevenzione, monitoraggio, previsione, prognosi, trattamento o attenuazione di malattie;
- diagnosi, monitoraggio, trattamento, attenuazione o compensazione di una lesione o di una disabilità;
- studio, sostituzione o modifica dell’anatomia oppure di un processo o stato fisiologico o patologico;
- fornire informazioni attraverso l’esame in vitro di campioni provenienti dal corpo umano, inclusi sangue e tessuti donati”.
La definizione continua specificando che i dispositivi medici non devono esercitare la propria azione mediante mezzi farmacologici, immunologici o metabolici, modalità tipiche dei farmaci e delle quali i dispositivi medici possono avvalersi come coadiuvanti.
Alcuni esempi di dispositivi medici possono essere oggetti di uso quotidiano come cerotti e lenti a contatto, ma anche strumenti computerizzati come apparecchiature a raggi X, applicazioni software, peacemaker, o ancora protesi di vario genere.
Con oltre 500 mila tipi di dispositivi medici presenti sul mercato europeo, il settore è in continua e rapida evoluzione e riveste una grande importanza nell’assistenza sanitaria, contribuendo al miglioramento del livello di protezione della salute attraverso lo sviluppo di soluzioni innovative per la diagnosi, la prevenzione, le cure e la riabilitazione.