Le scelte strategiche che attendono le imprese nell’imminente futuro trovano oggi basi piuttosto fragili su cui poggiarsi, prevalentemente destabilizzate da una volatilità dei prezzi delle energie che trova le sue cause in diversi fattori, sia contingenti che di più ampio respiro. La transizione energetica dei prossimi vent’anni, ad esempio, coinvolgerà globalmente tutte le economie e comporterà un consumo di energia, dovuto all’approvvigionamento dei materiali, che si stima sarà almeno il quadruplo rispetto ad oggi. L’attuale diversificazione degli approvvigionamenti di gas nell’eurozona porta i nostri mercati a una progressiva deriva rispetto al nuovo baricentro dei mercati asiatici. Proprio il Far East e il suo attore principale, la Cina, faranno da termometro per quella che sarà la vera domanda di commodities energetiche che potrà spostare sensibilmente gli equilibri fino ad ora rimasti pressoché intatti.
All’interno di questo scenario incerto, non si può ignorare il rischio legato al contesto climatico, sempre più imprevedibile e condizionante anche nel definire il rapporto di causalità tra domanda e offerta delle risorse energetiche. A titolo esemplificativo, basti pensare che diversi osservatori internazionali provano ad interpretare i fondamentali delle variabili energetiche tramite modelli che, a seconda della maggiore o minore piovosità e nevosità degli inverni, tentano di prevedere la futura domanda di energia e l’adeguato livello di scorte che via via potrebbe risultare sufficiente.
Il Governo ha il compito ora di intervenire in modo diretto, innanzitutto rendendo cogente la delibera dell’Anac sull’aggiornamento dei prezzi o intervenendo con contributi straordinari per sostenere i costi energetici.
L’appello delle aziende del settore allo Stato è, dunque, quello di intervenire subito sul tema energia perché presto la situazione potrebbe diventare non più recuperabile. L’invito è quello di far diventare prioritarie le esigenze di un settore industriale che non può ridurre i servizi alla sanità, ma che non può neanche continuare a lavorare in perdita.
Quest’incertezza sul futuro e questo senso di impotenza nel governare variabili prevalentemente imprevedibili permette, tuttavia, anche all’audacia di chi riesce a guardare oltre, di percorrere sentieri differenti e focalizzare l’attenzione su proposte, iniziative e soluzioni che solo fino pochi mesi fa sembravano irrealizzabili.
Per uscire da questa situazione, è auspicabile dunque un’azione congiunta da parte di Governo e Regioni, affinché si trovi una soluzione condivisa, concreta e velocemente percorribile nell’interesse di tutti, trattandosi – in ultima istanza – del contribuire, seppur indirettamente, alla garanzia della salute e dell’assistenza sanitaria di ogni cittadino. Occorre immediatamente individuare un provvedimento a livello governativo, specifico per questo settore, che riconosca un adeguamento temporaneo dei prezzi e un contributo straordinario per la spesa energetica in eccesso, rispetto alla situazione ante conflitto in Ucraina.