“Lavoriamo con un solo obiettivo: prenderci cura degli altri. È questo modo di pensare e credere che ci ha condotto in questi anni e ci ha indicato la via durante l’emergenza”, dice Andrea Gozzi, Direttore Generale di Servizi Italia.
Il cittadino, nelle figure di operatori sanitari e pazienti, è infatti sempre al centro del servizio fornito dal Gruppo, “ma ora la buona volontà e lo spirito di abnegazione non bastano più. Non si può pensare di mettere sulle spalle dell’impresa privata tutto lo sforzo e la fatica per tenere l’equilibrio fra la situazione contingente e la fornitura di un servizio di prima necessità”, continua Gozzi.
Lo squilibrio di questa situazione risulta ancora più evidente se vengono prese in considerazione alcune tipicità di questo mercato: le lavanderie industriali come Servizi Italia dipendono quasi totalmente dai contratti in essere con strutture sanitarie pubbliche, aggiudicati tramite gara d’appalto, in momenti in cui i costi energetici erano decisamente più bassi e per i quali non è prevista alcuna indicizzazione relativa alle commodities.
Questo comporta un evidente scollamento tra l’andamento reale del mercato e i contratti in essere, con il paradosso che oggi enti e strutture sanitarie stanno usufruendo di servizi privati a un prezzo che per l’azienda non è più sostenibile. Il forte aumento dei costi e la difficoltà nel trasferire ai clienti questi rincari, si traduce per le imprese nella compressione, e in alcuni casi nell’azzeramento, dei margini operativi.
Secondo Assosistema, l’associazione confindustriale del settore, in assenza di un intervento da parte del Governo che includa anche le lavanderie industriali negli interventi di sostegno, siamo di fronte al rischio concreto di gravi ripercussioni sul sistema sanitario, con una riduzione dei servizi di circa il 50% e, di conseguenza, anche sulla salute dei cittadini e nella lotta alla diffusione del Covid.
Quello del lavanolo è uno dei settori maggiormente a rischio e se il servizio dovesse davvero affrontare una riduzione, questa sarebbe quantificabile in 110 mila posti letto in meno, non più garantiti perché privi dei materiali tessili, lenzuola, camici, per non parlare degli strumentari chirurgici per gli interventi, forniti dalle aziende come Servizi Italia.
“Il nostro comparto industriale – conclude Andrea Gozzi – registra elevati consumi sia di energia elettrica che di metano, che ci pongono di fatto tra i settori a maggior consumo di energia d’Italia. Governo e Regioni devono agire subito e ricomprendere la nostra filiera tra i beneficiari di sostegni e sgravi economici. È nell’interesse di tutti, perché il nostro lavoro quotidiano contribuisce alla garanzia della salute e dell’assistenza sanitaria di ogni cittadino”.
Servizi Italia auspica dunque un’azione congiunta da parte di Governo e Regioni, affinché si trovi una soluzione condivisa, concreta e velocemente percorribile nell’interesse di tutti, trattandosi – in ultima istanza – del contribuire, seppur indirettamente, alla garanzia della salute e dell’assistenza sanitaria di ogni cittadino.