L’abbigliamento da lavoro per le professioni sanitarie
Servizi Italia
10/05/2020
Lavanolo, 
Sterilizzazione tessili
Medici, infermieri e personale sanitario fanno del loro meglio per proteggerci dalle conseguenze di infortuni e malattie. Ma chi protegge loro? Viaggio nel mondo del workwear per la sanità.
Foto dettaglio Insight Servizi Italia

Li hanno chiamati “eroi”, ammirati e ringraziati da più parti nei giorni bui dell’emergenza COVID-19. I lavoratori del settore medico sanitario sono passati in poche settimane da essere presenze silenziose e nascoste, per quanto fondamentali per le nostre vite, a veri e propri protagonisti della lotta al virus.

Ma quello che è importante non dimenticare è che, anche in tempi normali, medici, infermieri, OSS e altri professionisti del settore sanitario sono prima di tutto lavoratori. E, come tali, hanno il diritto e il dovere di proteggersi da eventuali rischi che possano derivare dallo svolgimento della loro attività. Come? Naturalmente con il workwear adeguato.

Quali presidi di protezione per il personale medico-sanitario?

Ogni giorno medici, infermieri, tecnici di laboratorio e personale ausiliario vengono a contatto con fattori di pericolo che possono minacciare seriamente la loro salute: radiazioni, farmaci, disinfettanti, materiali biologici.

Le aziende sanitarie si impegnano a fornire loro tutto il materiale necessario a svolgere le proprie mansioni in condizioni di massimo confort e sicurezza, sia attraverso l’uso di DPI che di presidi ad uso medico: scarpe o zoccoli antinfortunistici, guanti monouso non sterili e mascherine chirurgiche che nascono sì per proteggere la persona che le indossa, ma hanno soprattutto la funzione di preservare il paziente dai rischi derivanti dal ravvicinato contatto con gli operatori sanitari che si stanno prendendo cura di lui.

Mascherine FFP1, FFP2, FFP3: che differenza c’è e quali scegliere?

Esistono però delle mascherine classificate come Dispositivi di Protezione Individuale, progettate e prodotte per proteggere le vie respiratorie di chi lavora in presenza di aerosol, vapori e gas potenzialmente pericolosi per la salute.

Queste mascherine, nel rispetto della normativa europea EN 149:2001, sono classificate come segue, in base all’efficienza del sistema di filtraggio dell’aria che viene respirata:

  • Mascherine FFP1: filtri a bassa efficienza

Queste mascherine sono utilizzate principalmente per il filtraggio di particelle fini e polveri non tossiche, come silice, lana di vetro, grafite, cemento, zolfo, carbone, metalli ferrosi o legno tenero. Garantiscono una filtrazione minima dell’80% e una penetrazione all’interno non superiore al 22%.

  • Mascherine FFP2: per filtrare particelle nocive sia solide che liquide

I modelli FFP2 hanno una capacità maggiore di filtraggio delle polveri e sono specificamente progettati per filtrare le particelle fini, anche tossiche (come quelle derivanti dalla levigatura di parti metalliche o resina o dalle spore dei funghi), e per proteggere da virus influenzali. Sono dispositivi utilizzati principalmente nell’edilizia, nell’agricoltura, nell’industria farmaceutica e dal personale sanitario contro i virus influenzali. Ad esempio, ne è stato fatto largo uso durante le epidemie di influenza aviaria, SARS, peste polmonare, tubercolosi e, più recentemente, con il COVID-19, impropriamente chiamato “coronavirus”.

  • Mascherine FFP3: alta protezione contro sostanze liquide e solide tossiche, radioattive, cancerogene, virus e batteri

La classe più alta di mascherine filtranti offre un’altissima protezione contro le particelle molto fini e particolarmente pericolose (piombo, amianto, fibre ceramiche, spruzzi di cemento …). A differenza degli altri modelli, le mascherine FFP3 devono obbligatoriamente possedere una valvola, per garantire un maggiore confort nella respirazione e impedire la formazione di condensa al loro interno.

La sigla FFP sta per “Filtering Face Piece” e indica che il dispositivo deve coprire efficacemente naso e bocca e, possibilmente, anche il mento.

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DPI monouso o soggetti a manutenzione: le mascherine e i guanti si possono riutilizzare?

Tutte le mascherine chirurgiche e i guanti messi a disposizione del personale sanitario sono monouso. La motivazione è nella composizione e nella struttura stessa di questi prodotti, costruiti per garantire un effetto barriera limitato nel tempo.

Fanno eccezione le mascherine FFP2 e FFP3, per le quali la norma EN 149 prevede l’utilizzo per una singola giornata lavorativa (come dichiara la sigla NR, “non riutilizzabile), a meno che non siano accompagnate dalla dicitura R, nel qual caso l’efficacia è garantita anche per più di un turno di lavoro.

Ciò che è bene ribadire è che nessuno di questi dispositivi può essere sottoposto a sanificazioni fai-da-te senza compromettere la propria efficacia, poiché i materiali che li costituiscono perdono il proprio potere filtrante se esposti a temperatura e umidità eccessive o a prodotti altamente aggressivi e corrosivi (come acidi e basi forti).

Cosa è cambiato nell’emergenza COVID-19

La differenza tra mascherine chirurgiche e mascherine dotate di filtro è più che evidente e regolamentata dalle normative di riferimento. Ma allora perché nelle disposizioni contenute nel D.L. n. 18/2020, il cosiddetto “Decreto Cura Italia” emanato all’inizio dell’emergenza coronavirus, le mascherine chirurgiche sono state equiparate ai DPI per le vie respiratorie per l’utilizzo all’interno dei luoghi di lavoro?

Questa decisione, pur certamente estrema ed emergenziale, è stata un’ovvia conseguenza della mancanza di disponibilità delle maschere filtranti sul mercato. Con l’arrivo del virus Sars-Cov-2 in Italia, infatti, si è registrato un incremento esponenziale di richieste di DPI aggiuntivi e presidi ad uso medico (soprattutto mascherine) da parte dei presidi ospedalieri.

Per fronteggiare l’emergenza, noi di Servizi Italia ci siamo mossi prontamente, identificando e selezionando una rosa di fornitori qualificati che potessero fornire in tempi rapidi dispositivi conformi alle normative vigenti, marcati CE e corredati dalle opportune schede tecniche. In particolare:

  • mascherine FFP2 e FFP3;
  • camici DPI in TTR Tessuto Tecnico Riutilizzabile per la protezione del corpo del personale durante le ore di lavoro in ospedale.

Questi ultimi, realizzati con speciali fibre innovative, garantiscono un efficace effetto barriera contro il rischio di contatto con schizzi di agenti liquidi di natura chimica, biologica e infettiva.

Il vantaggio di questi DPI in tessuto tecnico è che, a differenza di quelli realizzati in TNT Tessuto Non Tessuto, sono meno dannosi per l’ambiente in quanto riutilizzabili, previo opportuno processo di ricondizionamento e sterilizzazione.

Il Gruppo Servizi Italia ha una comprovata esperienza pluriennale nel processo di ricondizionamento e sterilizzazione di questi dispositivi e recentemente ha ottenuto la certificazione EPD per l’attività “Erogazione dei servizi integrati di fornitura, noleggio e ricondizionamento (lavaggio e disinfezione, sterilizzazione), manutenzione, logistica (trasporto, ritiro e distribuzione presso i clienti) di kit sterili di teleria e camici in tessuto tecnico riutilizzabile T.T.R., confezionati in S.B.S. (sistema barriera sterile) idoneo”. (qui link)

Ogni singolo reparto della nostra azienda, ogni anello della catena, ha dato il proprio contributo nella lotta al virus, raddoppiando gli sforzi per rispondere con tempestività ed efficienza a una situazione emergenziale. Così, ora che il peggio sembrerebbe passato, siamo orgogliosi di poter dire che, ancora una volta, ci siamo confermati partner solidi e affidabili per le aziende del settore sanitario e assistenziale, mettendo a frutto l’esperienza maturata in oltre trent’anni di attività.