Quale futuro per il Tessuto Tecnico Riutilizzabile dopo il covid?
Servizi Italia
08/10/2020
Sterilizzazione tessili
Non solo usa-e-getta: i difficili mesi che abbiamo alle spalle ci hanno lasciato la consapevolezza dell’urgenza di individuare un’alternativa sostenibile alla mole di rifiuti tessili sanitari monouso.
Foto dettaglio Insight Servizi Italia

Nel nostro ultimo articolo vi abbiamo raccontato la storia dei dispositivi tessili medici e illustrato le caratteristiche e i vantaggi dei diversi materiali, in particolare del Tessuto Non Tessuto TNT e del Tessuto Tecnico Riutilizzabile TTR, saliti agli onori della cronaca durante l’emergenza Covid-19.

Ne abbiamo illustrato i vantaggi, ma anche gli svantaggi. Il massiccio utilizzo di dispositivi usa-e-getta che ha caratterizzato i mesi dell’emergenza, infatti, ha aperto una serie di interrogativi sulle modalità, i tempi e le conseguenze ambientali del loro smaltimento.

Ci riferiamo in particolare al TNT, materiale indubbiamente molto economico e performante, ma anche non riutilizzabile e altamente inquinante: pensate che la sua decomposizione in natura richiederebbe oltre 400 anni, un handicap non trascurabile.

Cosa fare di mascherine, camici, teli operatori, divise in TNT una volta esaurita la loro vita utile? Di fronte alla difficile gestione di questa enorme mole di rifiuti, il TTR, materiale altrettanto performante ma, al contrario, facilmente riutilizzabile, si pone come una possibile alternativa di gran lunga più sostenibile.

Riutilizzabile: la parola chiave della sostenibilità

Sostenibilità e responsabilità sociale sono temi più che mai attuali: tutte le aziende ne parlano e proclamano il proprio impegno in questa direzione. Da tempo, il Gruppo Servizi Italia considera questi valori alla base della sua crescita e delle sue scelte strategiche, ponendosi l’obiettivo di creare valore sostenibile nel tempo: lo testimonia l’adozione, ormai da alcuni anni, di un piano pluriennale di sostenibilità che detta la direzione e gli obiettivi.

Rispetto della natura e lotta al cambiamento climatico sono alla base del nostro impegno per offrire servizi di qualità sempre più elevata, per questo abbiamo avviato una riflessione sulle possibili alternative al monouso, ricercando materiali innovativi e performanti che siano anche rigenerabili e rispettosi dell’ambiente.

Sapevate ad esempio che dal poliestere dei teli riutilizzabili in TTR si possono ricavare pile, coperte, fiocchi per imbottiture e molti altri materiali? Una nuova destinazione d’uso, una nuova vita per un materiale che, oltre ad avere le caratteristiche di qualità, sicurezza e protezione già note in ambito sanitario, si dimostra anche multifunzione e incredibilmente longevo.

Ma non finisce qui. L’immissione di una grande quantità di tessuti riutilizzabili sul mercato potrebbe contribuire alla creazione di un nuovo settore specifico: non solo produttori e lavanderie specializzate nel trattamento di questo tipo di materiali, ma anche confezionisti e trasformatori del prodotto finito in materiale rigenerato.

Nella filiera del TTR, l’80% del valore aggiunto si concentra sul territorio nazionale, con importanti risvolti a livello locale e la prospettiva della creazione di un sistema basato su una filiera cortissima e sull’utilizzo di manodopera locale.

Una catena virtuosa del riciclo che, secondo un documento pubblicato da Assosistema (“Use & Reuse- L’uso dei prodotti tessili riutilizzabili- L’AMBIENTE RINGRAZIA”) potrebbe portare alla creazione di oltre 6000 nuovi posti di lavoro a fronte di 300.000 kg di rifiuti in meno da smaltire, con un risparmio di 220.000 kg di CO2 da smaltimento. Numeri davvero di tutto rispetto.

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Dopo l’emergenza…

Cosa resta dopo l’emergenza? Durante la recente pandemia, il monouso ha mostrato tutte le proprie debolezze, non solo dal punto di vista delle conseguenze ambientali, ma anche sotto l’aspetto produttivo. Nonostante siano passati ormai molti mesi dal picco, la produzione tutt’ora arranca e le forniture in genere si limitano al materiale di protezione individuale (mascherine, cuffiette, calzari), senza riuscire a sopperire alle necessità che nascono dalle sale operatorie.

Nei pochi casi in cui i grandi colossi del TNT riescono a fornire materiale per la sala operatoria, questo viene venduto a prezzi incredibilmente più alti rispetto al passato e con parecchie incertezze relative alla puntualità della fornitura.

Avendo di fatto permesso di continuare le attività anche in assenza di forniture di materiali monouso provenienti dall’estero, il riutilizzabile è finalmente tornato in auge dopo anni passati nel dimenticatoio (o quasi).

Le ragioni sono molteplici.

Il TTR può essere riprocessato fino a 70-100 volte, senza modificare le proprie caratteristiche. Questo, banalmente, significa utilizzare 1 solo camice contro 100 camici in TNT:

  • abbassando i costi legati allo smaltimento di rifiuti medicali;
  • diminuendo le spese di magazzino;
  • riducendo le dispersioni in ambiente di perossido di etilene (la sostanza, altamente inquinante, comunemente usata per sterilizzare il TNT- per il TTR è sufficiente una comune sterilizzazione a vapore, totalmente ecosostenibile).

Il TTR inoltre ha il grande vantaggio di essere prodotto localmente, come vi abbiamo raccontato poco fa; questo, oltre a migliorare sensibilmente la reperibilità del prodotto, permette di contribuire allo sviluppo di aziende locali e diminuisce i costi e l’inquinamento causato dalla logistica proveniente dall’oriente.

…una nuova occasione?

Il TTR ha la possibilità di vivere una seconda primavera? Senza dubbio sì. Dopo anni passati osannando la filosofia dell’usa-e-getta, si guarda ormai in ogni campo a stili di vita più sostenibili all’insegna del motto “Reduce, reuse, recycle!”. Non fa eccezione l’ambito medicale, che potrebbe rappresentare un importante banco di prova.

L’impegno di Servizi Italia

È noto come la sterilizzazione della biancheria rappresenti uno dei core business di Servizi Italia: nei nostri impianti produttivi in Italia e all’estero laviamo, sterilizziamo e ricondizioniamo materiali tessili ad uso medico, anche in TTR, garantendone l’efficacia protettiva e il confort.

Nel corso del 2020 abbiamo ottenuto la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) proprio per questa attività, a ulteriore conferma dell’efficacia delle strategie di sostenibilità che la nostra azienda ha messo in campo da anni. La vera sfida, in questo frangente, è stata quella di certificare per la prima volta un servizio integrato più che un semplice prodotto, sottoponendo a LCA (Life Cycle Assessment) il processo di raccolta, gestione, manutenzione, igienizzazione dei materiali, ottenendo un primo dato di riferimento sull’impronta ambientale dell’intero ciclo di lavorazione. Ne abbiamo parlato nel dettaglio qui.

Una valutazione complessa e articolata, che conferma ancora una volta l’impegno di Servizi Italia per una crescita sostenibile, nel rispetto degli standard più rigorosi dal punto di vista ecologico.

Investire tempo e risorse in questo tipo di attività consente di consolidare il rapporto di fiducia con i clienti e la nostra reputazione, riducendo consumi e rifiuti e ottimizzando le risorse.

Che il cambiamento abbia inizio!

Ogni piccolo passo è sostanza e noi ci sentiamo pronti a mettere a disposizione di ospedali e autorità del sanitario la nostra esperienza, le nostre competenze e la nostra voglia di crescere e migliorare, per limitare l’impatto sul pianeta e contribuire, partendo dalle piccole cose, a una crescita intelligente e sostenibile.